Prima di scegliere la e il “migliore”, è bene comprendere cosa si intenda per “difesa personale”.
Prendiamo l’ipotesi più comune: Sei un impiegato/a, uno studente/studentessa ecc. insomma un qualsiasi cittadino con una professione, una famiglia, del tempo libero che occupi con i tuoi hobby e qualche uscita con gli amici, ti vesti a seconda delle occasioni e mentre sei in metro o cammini per strada hai sovente “la testa altrove” perché pensi alla serata a venire, perché stai “spippolando” sul cellulare, perché chiacchieri con l’amico accanto, perché guardi le vetrine dei negozi ecc.
Ti ci ritrovi?
- Ecco, la “migliore” non è non sarà mai quella in cui ti fanno ripetere e memorizzare tecniche di difesa in cui “Lui ti attacca in questo modo e tu ti difendi in quest’altro”.
Perché non è e non sarà mai la “migliore”? Rileggi quanto ho scritto sopra ed in cui ti ritrovi… manca l’effetto sorpresa che l’aggressore mica si presenta e invece ti aggredisce all’improvviso mentre stai scrivendo un SMS o guardi il semaforo; l’aggressore non sarà un compagno di corso, che conosci, di cui ti fidi, presumibilmente ben pulito e lavato ma uno sconosciuto alterato dalla spinta aggressiva o, peggio, da sostanze chimiche o alcool, magari pure sporco e maleodorante; tu certamente non sarai comodo in tuta ginnica o keikogi marziale, ma probabilmente stretto in jeans attillati o con una giacca aderente, magari calzando scarpe con i tacchi o incerte infradito.
- La migliore non è non sarà mai quella in cui ti alleni sempre e solo nella stessa palestra, nello stesso locale chiuso, agli stessi orari.
Perché non è e non sarà mai la “migliore”? Rileggi quanto ho scritto sopra ed in cui ti ritrovi… manca la situazione ambientale diversa dalla solita, che non credo proprio sarà quella palestra (o ti alleni perché sei convinto che ad aggredirti sarà qualcuno mentre ti alleni lì? Dai!!); manca la pratica all’aperto, non solo per verificare la tua capacità difensiva per strada, il luogo tipico di un’aggressione o di uno scippo, ma anche perché praticare all’aperto ti mette in costante assedio da parte di distrazioni di ogni tipo, quali rumori improvvisi, cambi di luce, presenza di estranei ecc; manca il cambiare orario, perché magari sarai aggredito in un orario diverso da quello di allenamento con tutto il corollario di diversità e variabili: Sarai a pancia bella piena o assonnato col solo desiderio di raggiungere il letto, alle prime fioche luci dell’alba o col buio della notte.
- Perché sia la migliore non basta che sia uno sport da contatto, che ti faccia allenare al combattimento libero.
Perché non è e non sarà mai sufficiente per essere la “migliore”?
Rileggi quanto ho scritto sopra ed in cui ti ritrovi… l’aggressore sarà uno sconosciuto e non necessariamente del tuo stesso peso; non avrai il tempo di prepararti tra riscaldamento muscolare e minuti di concentrazione; non avrai il coach a sostenerti; magari gli aggressori saranno più di uno; magari ti assalteranno alle spalle o di lato; magari saranno armati. Devo continuare o è chiara l’abissale differenza tra “combattere” in uno sport e combattere per salvare la pelle? Certamente, se ti alleni a darle e prenderle “sportivamente”, godi di una preparazione al contatto che manca ad un praticante di curling, bocce, pallavolo ecc. Hai una marcia in più, come si suol dire, una marcia necessaria ma non sufficiente, o, per fare un parallelo immediatamente comprensibile, credi di poter viaggiare in auto da Milano a Roma sempre e solo con il motore in “prima”?
Psicologia della difesa personale e del combattimento
Indice
Toggle- Ultimo, ma non ultimo, perché sia la migliore non basta che ci sia qualche lezione di psicologia.
Ogni movimento, ogni nostra azione, ogni singolo gesto del nostro corpo, mostra un aspetto della nostra vita interiore: Difendersi da un’aggressione, scatena un oceano di emozioni contrastanti. Questo oceano di emozioni va incontrato e conosciuto durante la pratica stessa, l’allenamento stesso della difesa personale, attraverso la pratica stessa. Non servono a nulla lezioni teoriche di psicologia o la ripetizione di frasi motivazionali. E’ mentre sei nel fuoco bruciante dello scontro che si incontrano e si conoscono le nostre emozioni.
Allora, il/ la docente ha una formazione qualificata teorico – pratica di aiuto ed accompagnamento dentro la ridda di emozioni? Ha esperienza di aiuto e sostegno a persone vittime di violenza? Conosce la differenza tra maschile e femminile? “Le donne mi sembrano ipoaggressive oppure iperaggressive per compensazione. In altre parole l’ipoaggressività e l’iperaggressività si presentavano come diverse manifestazioni sintomatiche di uno stesso problema: la difficoltà a riconoscere e a proteggere la propria identità e il proprio progetto di vita” (Marina Valcarenghi, psicoanalista, ha fondato e dirige l’associazione “VIOLA – Per lo studio e la psicoterapia della violenza”. in ‘L’aggressività femminile’).
Sì perché il nostro atteggiamento mentale, fisicoemotivo, dunque la nostra partecipazione interiore si riflette nelle nostre azioni corporee intenzionali così come nei movimenti parassiti che le accompagnano. Se non lavori sulle emozioni, se non lo fai “sul campo”, non ci sarà MAI alcuna efficace ed efficiente difesa personale.
- Sorvolo sui corsi dove ti insegnano a difenderti da un coltello o da una pistola. A meno che non ti facciano allenare con un coltello affilato ed una pistola vera. E che, prima di insegnarti a “difenderti da…” ti insegnino ad “attaccare con…” Sì perché, come puoi difenderti da attacchi di coltello se tu stesso/a non sai accoltellare? Non sai come si accoltella un individuo e quel che si prova nel farlo?
Quale docente scegliere di Difesa Personale?
- Ecco fare capolino un’altra discriminante: Il docente del corso ha vere, reali, autentiche esperienze di “pelle” rischiata per strada? Non parlo di un paio di spintoni per una precedenza stradale non data o di una scazzottata per un litigio alla partita scapoli contro ammogliati. Nemmeno della sua (vera o presunta) superiorità nei “combattimenti” in palestra con i compagni di corso durante i suoi anni nelle Arti Marziali e simili. Parlo di un passato (o un presente) di delinquente o nelle forze dell’ordine, di ultras sportivo o di estremista politico. Quel tipo di persone che si sono scontrate affamate di sangue e violenza, senza sapere chi avrebbero dovuto affrontare, se armati o meno, senza il “paracadute” di arbitri, colpi vietati e tempo complessivo limitato nonché inframezzato da pause prestabilite.
Salvo qualche eccezione di “predatore naturale”, se non hai fatto parte (o fai ancora parte) di una di queste “categorie”, non sai cosa è la furia sanguinaria dell’aggredire per fare del male, senza se e senza ma, e, se non hai vissuto in prima persona questa furia e quel che succede nell’atto, come pretendi di insegnare ad un tranquillo impiegato/a, studente/studentessa, a difenderti?
Per concludere:
L’aggressività, che, latente o patente, è presente in ognuno di noi, come qualsiasi forma dell’istinto non ha in sé un codice etico. E’ possibile che nella realtà delle cose possa manifestarsi anche come aggressione: Dato che ogni essere umano è, da tempo immemorabile, abituato a rapportare l’istinto con la coscienza morale, anche in questo caso l’uso che ognuno fa dell’istinto aggressivo dipende dalle caratteristiche del soggetto, dalla sua coscienza, dal suo inconscio e dal modello sociale che gli è abituale. Un buon corso di difesa personale non può assolutamente prescindere dal lavorare sull’aggressività del soggetto che voglia imparare a difendersi.
L’essere umano è un sistema complesso ed una proprietà fondamentale dei sistemi complessi è il loro comportamento non presumibile, non prevedibile. Anche se si conoscono precisamente gli stimoli che influenzano ed interagiscono sul sistema, il suo comportamento non sarà prevedibile. Un buon corso di difesa personale non si fonda MAI sulla ripetizione di tecniche di difesa, sulla loro memorizzazione.
Per imparare (o almeno provare ad imparare!!) a saper stare in situazioni di crisi e violenza, contando sul sapere del corpo, un buon corso di difesa personale deve essere un “laboratorio esperienziale a mediazione corporea” (Stefano Spaccapanico Proietti, docente universitario e ricercatore nell’ambito della motricità umana, in ‘Umanizzare il movimento’) dove non ci sia spazio per l’esercizio, per la “tecnica”, formandosi invece ad esperienze mutevoli, polifunzionali, complesse.
Dunque, più che cercare l’Arte Marziale migliore, il migliore corso di Difesa Personale, comprendi chi sei, quali sono le tue paure, cosa cerchi realmente mentre vai a scegliere un’Arte Marziale per difenderti, un corso di Difesa Personale. Parti da te, non dal corso che vuoi comprare e quando quel corso ti sembrerà di averlo trovato…. tieni ben presente ciò che qui hai letto!!
Lista di arti marziali piu conosciute:
1
2
3
4
5
asdasdasdas
asdasdasdasd
asdasdadssd
Box o anche chiamata pugilato sono considerate come sport e non come arte mariziali perchè….