Kenpo Taiki Ken: che arte marziale è?

Una Via contemporanea, dal Bujutsu al Budo: Formazione guerriera nel terzo millennio attraverso una delle più letali ed efficaci Arti del combattimento.

Intuitiva e spontanea lotta per la sopravvivenza. Sorta di elogio dei mutamenti, in cui le tentacolari estremità dei combattenti sono serpenti che inducono a temere l’ingoiamento nelle spire, sono possenti onde che irrompono a squassare navi, sono improvvise folate di vento in tempesta che tutto sovrasta. Istinto animalesco allo stato puro.

Già il Taiki Ken nasce, con il Maestro Sawai Kenichi (1903 – 1988), come interpretazione giapponese di melodia e sintesi di antiche esperienze marziali cinesi (https://taikiken.org/); il farlo precedere dalla dicitura Kenpo (“legge del pugno”, “pugilato tradizionale”) apporta un ampliamento, che è approfondimento, in grado di accogliere nel seno della pratica diverse Arti di salute e combattimento asiatiche, così come saperi di corpo e movimento moderni ed occidentali.

“Le tecniche di Budo non sono permanenti e immutabili; se le altre cose cambiano, naturalmente il Budo cambia conseguentemente” (Shoji Nishio, 1927 – 2005, Maestro di Aikido e Iaido)

Un corpus in cui ben più che le tecniche conta il praticante, il suo essere fisicoemotivo, il suo essere corpo in movimento ed in relazione con l’ambiente. Nessun collage di questa o quella tecnica, ma la capacità del singolo individuo di esprimersi nel conflitto, sia esso un’aggressione di strada, fisica, sia invece un confronto emotivo, una frattura esistenziale in famiglia, sul lavoro, in campo educativo.

“Un minimo di struttura, per un massimo di esplorazione”

(H. Duplan, fondatore di Expression Primitive)

Sono pratiche taoiste di salute e benessere, sono pratiche di contatto e confronto carnale, atte a scoprire il sé corpo come prezioso tempio di conoscenza e magicità sul mondo e le cose. Con esso, impari a saperti avventurare nel complesso ed ineludibile rapporto tra corpo e mondo, tra te e l’altro da te. Sempre.

Contatto è saper apprezzare le differenze

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