Kenshindo, “La Via dello spirito della spada” è un approccio contemporaneo alla pratica della spada giapponese (katana).
Ma perché uno, in Italia nel terzo millennio, dovrebbe cimentarsi con un katana? Non certo per difesa personale!! Ah, esiste una versione ridotta e sportiva della pratica, ma viene fatta con armi finte, armi giocattolo, non affilate e, comunque, noi Spirito Ribelle non pratichiamo certo per sport, per vincere una coppa o una medaglia.
Ecco, il Katana, oggi, nel terzo millennio, non “serve”, non è soggetto ad alcun uso, dunque non può essere “consumato”, né essere fonte di esposizione mediatica, oggetto da mostrare per pavoneggiarsi, che a nessuno interessa che tu maneggi un katana.
Però… nelle nostre mani spadaccine, il Katana è momento di relazione con le nostre pulsioni.
“La spada deve essere più di una semplice arma; deve essere una risposta alle domande della vita”
(Miyamoto Musashi 1584 – 1645. Spadaccino ed artista)
Sicuramente c’era stato un tempo in cui le storie di spada, storie di katana, stupivano, incantavano, facevano anche paura: uno sguardo magico e intenso su esistenze vissute tra codardia e coraggio, necessità di uccidere per non essere uccisi e rumorosa arroganza, terrore di veder spegnere per sempre la luce del sole e coraggio nell’affrontare una morte certa.
Ora, anni di benessere e difesa affidata ad altri, di armi da fuoco e morti per cause le più svariate e apparentemente improbabili, quelle storie, quelle spade impugnate da mani umane a volte tremanti altre audaci, risultano inutili, superflue, quando non ridicole, anacronistiche, per alcuni persino volgari e truculente.
Allo Spirito Ribelle, invece, ne recuperiamo il senso profondo, che è conoscenza di sé e danza selvatica tra il fascino della vita e lo spettro della morte.
Da Kenshindo, katana in pugno, impariamo che una buona strategia ci permette di essere preparati ad ogni avversità anche nei rapporti quotidiani o nel lavoro; che la rapidità può fare la differenza tra restare intrappolati in un qualsiasi problema o riuscire ad evitarlo; che sapere quando attendere ci consente di vedere in ogni crisi anche gli aspetti positivi; che la paura può essere un’arma temibile ma il potere di ogni arma dipende da come viene utilizzata e contro chi; che audacia e coraggio sono gli strumenti necessari a travalicare i limiti imposti da ogni situazione difficile.
Lo facciamo praticando Suburi, movimenti con fendenti e falciate; Tachiuchi Kata, esercizi in coppia; Tameshigiri, taglio su bersagli; Gekken, scherma libera.
Lo facciamo appassionandoci a trovare nell’acciaio affilato e luccicante la Via, il “Do”, dove albergano più gioie perché ci sono più pericoli.
“Veloce come il vento, tranquillo come una foresta, aggressivo come il fuoco,
ed inamovibile come una montagna”
(detto dei Samurai del clan Takeda. XII secolo – 1582)
Domande più frequenti
Indice
ToggleCosa è il katana e da dove proviene?
Il Katana è una spada tradizionale giapponese, utilizzata principalmente dai samurai nel Giappone feudale. È noto per la sua lama curva, affilata su un solo lato. Con queste caratteristiche, nasce intorno al 1.350 d.c. e viene definito Uchikatana per distinguerlo dalle spade usate negli anni precedenti che avevano caratteristiche ben diverse.
In cosa si differenzia il katana tradizionale giapponese dalle repliche moderne?
Le principali differenze sono l’acciaio, tradizionalmente Tamahagane e caratteristico del Giappone, e il tipo di forgiatura. Generalmente solo i katana forgiati col Tamahagane, che siano “antichi” o forgiati da Maestri spadai contemporanei, sono considerati autentici katana. Tutti gli altri, prodotti industrialmente o anche artigianalmente, non sono considerati “katana autentico”. Il Tamahagane è tipico del solo Giappone e ne viene messa a disposizione una piccola quantità solo a Maestri forgiatori giapponesi riconosciuti, tanto che il governo consente la costruzione di non più di tre katana al mese per ogni Maestro ufficialmente riconosciuto. L’evoluzione dei metodi di forgiatura e le ricerche sui diversi tipi di acciaio, ha permesso di produrre katana che non hanno nulla da invidiare all’efficacia di quelli prodotti col Tamahagane, ma, nella cultura classica e marziale, resta l’imperativo di considerare katana solo l’arma forgiata da Maestri giapponesi, secondo i metodi tradizionali e usando il solo acciaio Tamahagane. Con questa premessa, forgiatura tradizionale ed uso dell’acciaio Tamahagane, i katana costruiti dopo il 1900 sono chiamati Gendaito; una ulteriore suddivisione chiama Shinsakuto i katana costruiti da Maestri spadai viventi. Menzione a parte meritano i Gunto, katana costruiti in Giappone, in parte artigianalmente in parte meccanicamente per darli in dotazione ad ufficiali e sottoufficiali durante la seconda guerra mondiale, non utilizzando però il prezioso Tamahagane.
Come faccio a sapere se un katana è autentico?
ll governo giapponese, nell’ottica di preservare l’antica cultura del katana, ha istituito il NBTHK che si occupa di valutare e registrare tutte le spade giapponesi originali o che, oggigiorno, vengono costruite mediante le tecniche tradizionali. Il NBTHK, dopo aver esaminato una lama, rilascia un certificato di autenticità in cui viene indicato il periodo di fabbricazione, la scuola di appartenenza e, in alcuni casi, anche il nome del Maestro forgiatore. Un certificato NBTHK è un notevole valore aggiunto per un katana. In Italia, il riferimento è http://www.intk-token.it/.
Come avviene la forgiatura tradizionale?
il katana è forgiato per stratificazioni di ferro acciaioso con tenore di carbonio diversificato utilizzando fornaci di tipo Tatara. E’ un procedimento chiamato Kobuse sanmai kitae, per il quale esistono decine e decine di tipi . Piegatura e martellatura sono fatte a mano. L’intero procedimento, anticamente, avveniva all’interno di particolari condizioni metereologiche e di riti che davano alla lavorazione un senso esoterico, sacro, come “sacra” e dotata di un’anima era considerata la lama una volta finita.
Per saperne di più:
“La spada giapponese. storia, tecnologia e cultura. A. Roatti e S. Verrina ed. Planetario
https://www.duepassinelmistero2.com/studi-e-ricerche/archeoastronomia/spade-giapponesi
Realisticamente un katana cosa è in grado di tagliare?
Dipende dall’abilità di chi lo impugna. Importante è il verbo “tagliare”. Il katana, per le sue caratteristiche, non è portato a “rompere”; la stessa cultura che lo sottende impone un taglio netto, preciso, senza sbavature. Anticamente, a volte, la qualità della lama era testata sui condannati a morte ed il risultato, del tipo “in grado di tagliare tre corpi umani sovrapposti” veniva inciso sul nakago, il codolo della lama. a testimoniarne la validità. Si racconta di elmi tranciati di netto a metà da un katana durante gli scontri corpo a corpo nella seconda guerra mondiale. Come sempre è però chi impugna a fare la differenza.
Oggi il katana è usato per tagliare?
Accanto ai collezionisti, per i quali il katana è solo un prezioso oggetto da esposizione, esiste chi ne fa uso anche per tagliare, pratica chiamata Tameshigiri. Esistono due grossi filoni di praticanti il taglio e, accanto a questi, una ristretta minoranza che pur praticando il taglio lo fa in modi e contenuti totalmente diversi. Ai primi due filoni appartengono:
- Gli sportivi, che gareggiano a chi taglia più stuoie di tatami o canne di bambù in regolari competizioni nella disciplina chiamata Batto-do.
- I praticanti che si dilettano per loro conto al taglio di frutta, bottiglie di plastica ed oggetti di vario genere.
Il terzo filone, a cui fa riferimento la nostra Scuola Spirito Ribelle, affronta il Tameshigiri con lo spirito Tradizionale, ben espresso in queste due considerazioni
Tameshigiri è la simulazione dell’assassinio di un altro essere umano, e questo genera un grande potenziale di afflizione spirituale (…) Che siano antiche o recenti, le spade possono accogliere forze spirituali insondabili in grado di esercitare un incredibile potere (…) enfatizzare eccessivamente questa pratica può generare un rischio spirituale quale quello di generare nei praticanti a vedere in questa pratica una sorta di gioco, un atteggiamento mentale che deve essere evitato poiché distorce la solenne natura di questa pratica (…) Maestro Takamura Yukio
Il Tameshigiri è solo uno degli aspetti della formazione nella pratica della spada e non dovrebbe essere visto come la sola opportunità nella pratica o fatto come un divertimento o uno sport. La pratica di tagliare materiale inappropriato come frutta, bottiglie d’acqua o altra “roba da circo” dovrebbe essere fortemente sconsigliata. Alla pratica della katana bisognerebbe approcciarsi sempre con atteggiamento dignitoso e sincero. Maestro Obata Toshishiro