Lezione di prova Arti Marziali a Milano

Ormai, ovunque, ogni nuovo praticante può fare una lezione di prova di arti marziali.

Oddio, alcuni Dojo la fanno pagare… ma di questo non voglio trattare.

Perché fare una lezione di prova?

La risposta credo sia “Perché prima di iscrivermi (leggi ‘pagare‘) voglio conoscere il prodotto che acquisto “.

Dubito che una lezione permetta a chicchessia di capire cosa andrà a fare nei mesi successivi.

Ma tant’è, pare che così stia bene al potenziale nuovo allievo e anche al Maestro.

Fare Arti Marziali è comprare un prodotto?

Le Arti Marziali, almeno per me, almeno qui allo Spirito Ribelle, non sono un prodotto in vendita, un televisore o un’aspirapolvere che tu compri e poi ognuno per la sua strada. Sono un percorso, lungo o breve che sia, di esplorazione e conoscenza di sé, di capacità di stare nei conflitti, di gestire le relazioni, di stare bene, stare meglio al mondo. Un percorso che il praticante fa insieme al Sensei ed ai compagni di pratica, condividendo la cultura che vige in quel Dojo.

Allo Spirito Ribelle posso fare una lezione prova?

È questo che mi stai chiedendo?

No, da noi Spirito Ribelle non fai una ed una sola lezione di prova ma fai un periodo di prova.

Non una ed una sola lezione, perché non basta assolutamente a comprendere il percorso marziale e formativo che vai ad intraprendere; non basta a comprendere se fa per te.

Sarebbe come andare al ristorante, ordinare un antipasto, assaggiarne un boccone e poi uscirne convinti di prenotare lì la cena per il primo tanto agognato appuntamento con l’amata.

Non una ed una sola lezione perché la ” prova” vale certo per l’aspirante allievo ma anche per me, per noi. Il rapporto che si va ad instaurare coinvolge l’aspirante allievo quanto il Sensei: Insieme capiremo se è il caso di fare un tratto di strada insieme oppure no.

Una ed una sola lezione di prova è sufficiente?

Assolutamente NO.

Per questo, qui allo Spirito Ribelle, pratichi ” in prova” per tutto il tempo che vuoi, sarai tu spontaneamente a capire se e quando sarà il momento di entrare nel clan o allontanarti.

Sempre che il Sensei non ti abbia già accompagnato all’uscita spiegandoti che tra te e il clan non è sbocciato alcun feeling.

In Giappone come si fa?

Nelle scuole tradizionali giapponesi c’è una parola che spiega bene: te hodoki, “rilasciare, sciogliere le mani”, ovvero gli insegnamenti iniziali che l’allievo riceve attraverso i quali il docente saggia le sue intenzioni prima di farlo accedere al cuore del clan.

Di converso, il neofita avrà l’occasione di gustare un pranzo intero, (anche se questo non esaurisce il menu!!) per tornare all’esempio del ristorante, e capire se dare fiducia al cuoco anche per i successivi pasti.

Spirito Ribelle, anche in questo “Uguali a nessuno”

Noi Spirito Ribelle, pur nel rispetto delle logiche di mercato, di compra e vendita di un prodotto che vigono nei vari Dojo e palestre, da queste logiche siamo totalmente distanti.

Anche nel rifiutare la ” lezione di prova” per proporre un condiviso periodo di prova.

Non è meglio?

Quanto tempo ci vuole per imparare le arti marziali?

Pe rispondere a questa domanda dovremmo prima concordare insieme cosa si intende per “tempo”. Restando nella misura “quantitativa”: “Quanto tempo”, la risposta varia a seconda se il “tempo” è riferito ai mesi o anni di pratica, oppure alle ore giornaliere di pratica. C’è una sostanziale differenza tra la pratica ,quella delle due o tre volte la settimana per un paio d’ore, che caratterizza i soliti corsi, e la pratica che investe quotidianamente alcune ore ore al giorno tutti o quasi i giorni.

Poi c’è l’aspetto “qualitativo” del tempo. Come in ogni attività, dipende dalla passione e dall’impegno che metti, dalla capacità di sostenere una totale presenza fisicoemotiva per tutte le ore di pratica. Gesticolare e muoversi nello spazio pensando ad altro, perdendo il contatto con le sensazioni e la percezione di queste, distante da una piena consapevolezza motoria del cosa sto facendo ora, in questo momento, e come lo sto facendo, non si può certo considerare “tempo” investito nella pratica. Nel caso queste mie ti sembrino pessimiste, sappi che gli studi più recenti in materia indicano in circa 8 secondi il picco massimo di attenzione; gli studi più … buonisti (!!) indicano 15 o 20 minuti. Insomma, come è giusto che sia, anche per un individuo perfettamente allenato al gesto atletico, in ogni sport, giusto per riferirci ad un terreno simile alla pratica marziale, o per un individuo impegnato in un momento di studio e formazione, che sia universitaria o aziendale, il tempo di recupero, il tempo in cui si abbassa la soglia di attenzione, è tanto inevitabile quanto fondamentale.

“Secondo le neuroscienze, l’attenzione è un insieme di processi neuropsicologici differenziati, che caratterizzano un fenomeno complesso e diversificato. Per molti di noi, rimanere attenti è spesso una vera sfida.

Prima di analizzare il fenomeno dell’attenzione, pensiamo alla nostra esperienza diretta: quando la nostra attenzione è richiesta per lunghi periodi di tempo, ci sentiamo più inclini alle facili distrazioni.

Tutto questo ha una spiegazione: l’attenzione non è costante e non può esserlo. La mente umana è incapace di mantenere lo stesso livello di attenzione per lunghi periodi.”

Si parla infatti di di curva dell’attenzione.

(https://beyondthebox.it/curva-attenzione/#:~:text=Osservando%20il%20grafico%2C%20si%20nota,per%20altri%2015%20%E2%80%93%2020%20minuti.)

Dunque, nel caso tu praticassi per due ore consecutive, quanto di questo tempo ti vedrebbe realmente attento e ricettivo al massimo? Quanto sarebbe il tempo di recupero?

Nel caso tu che mi leggi non lo sapessi, in ogni attività umana, banalizzando, il primo a stancarsi è il sistema nervoso, non sono i muscoli

“Come la fatica centrale influisce sul corpo:

Una possibilità è un fenomeno chiamato affaticamento del sistema nervoso centrale (noto anche come affaticamento del SNC o normale fatica centrale). La teoria è che i sintomi del sovrallenamento – tra cui affaticamento cronico, prestazioni atletiche ridotte e tempi di recupero più lunghi del solito – possono derivare dall’usura del complesso di nervi nel cervello e nel midollo spinale (cioè il SNC) che controllano i movimenti del tuo corpo.”

(https://www.scienzemotorie.com/la-fatica-centrale/)

Qui aggiungo una considerazione assolutamente valida per noi Spirito Ribelle, valida e di qualità, che non troverai in altri ambiti di formazione marziale.

Per noi , la pratica non è limitata alle ore strettamente investite nella “lezione” di Arti Marziali, ma si estende nel tuo quotidiano.

No, non ti sto esortando a sferrare pugni e balzare di lato mentre cammini per un corridoio o aspetti il tram. No, non ti sto esortando a gesticolare a vuoto come un esaltato mentre chiacchieri con gli amici.


Le domande più frequenti

Come faccio per iniziare un periodo di prova allo Spirito Ribelle?

Contattami via mail ([email protected]) comunicandomi quando ti presenterai. Sarà nostro piacere accoglierti. Semplice, no?!

Se volessi parlarti prima di iniziare, sarebbe possibile?

Certamente. Contattami via mail ([email protected]) ed organizziamo un incontro: “de visu” è molto più semplice conoscersi e comprendersi.

Cosa devo portare ad una prova di arti marziale?

Porta il tuo sorriso e la voglia di scoprire qualcosa di diverso che, magari, ti piacerà tanto!!

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